Baracche affacciate sul porto dove bambini e giovani vivono rovistando tra i rifiuti con fogne a cielo aperto e l’odore d’immondizia che impregna l’aria.
È il quartiere di Aroma, a Manila, prima tappa della missione nelle Filippine che ha visto Don Leonardo Di Mauro, Direttore del Servizio per gli Interventi Caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo dal 31 dicembre 2016 al 12 gennaio 2017 visitare le tante zone raggiunte dai contributi CEI dedicati ad altrettanti progetti di sviluppo. Qui svolge le sue attività la Fondazione “Un ponte per i ragazzi” che si occupa dei giovani che vivono per strada e sempre qui si trova anche la parrocchia S. Paolo Apostolo in Tondo, che ha beneficiato del progetto n. 223/2013 per l’estensione del centro di formazione giovanile dove si portano avanti programmi di alfabetizzazione e di scolarizzazione e dove sono seguiti circa 1.100 alunni assistiti grazie alle adozioni a distanza.
La successiva tappa del viaggio è a Puerto Princesa dalle Suore Domenicane di S. Caterina da Siena che hanno beneficiato del progetto 442/2014 per lo sviluppo integrale delle tribù indigene di Cabayugan e per la conservazione della cultura e delle arti locali.
Nel pomeriggio del 4 gennaio, ad essere visitato è invece il centro di formazione dei giovani svantaggiati che ha beneficiato del progetto 784/2014. In questa realtà, attraverso corsi di formazione per la coltivazione in serra, la fabbricazione di blocchetti di cemento, falegnameria, si cerca di dare un futuro a circa 2.500 persone che hanno abbandonato la scuola e vivono sotto la soglia di povertà.
Il 6 gennaio si parte quindi alla volta dell’isola di Mindoro dove le Ancelle Missionarie del SS. Sacramento hanno realizzato grazie al progetto n. 92/2014 una scuola primaria che ospita ora 500 alunni e 12 insegnati. Una costruzione solida, a due piani, bella nella sua semplicità, con aule spaziose e luminose.
Lo spostamento successivo conduce Don Leonardo a Sablayan per visitare il St. Martin Hospital che sta beneficiando tuttora del progetto in corso 1229/2014 per il restauro della parte vecchia e l’ampliamento della struttura (aggiornamento della sala operatoria, banca del sangue, reparto di chirurgia). Si attende la seconda tranche per completare e proseguire l’iniziativa.
L’intenzione di continuare anima anche le Suore Paoline di Lipa e Manila, dove si rientra il 7 gennaio, impegnate nel programma finanziato dal progetto 828/2014 che ha formato 54 ragazzi in informatica, comunicazione, amministrazione attraverso corsi della durata di 6 mesi.
Di nuovo nella capitale, ci si trasferisce nel quartiere di Novalices per visitare la Piccola Opera della Divina Provvidenza (Don orione) a Payatas che è stata oggetto del progetto 222/2013 per l’acquisto di un moderno macchinario RX e la formazione del personale sanitario. Si tratta di una piccola clinica in un quartiere poverissimo che funziona solo di mattina, con 4 medici che si occupano di circa 40 persone al giorno.
L’8 gennaio la missione conduce Don Leonardo a Tagaytay, , dove nel corso di una riunione il lavoro del Servizio per gli Interventi Caritativi e del Comitato viene presentato a circa 60 missionari presenti che si mostrano interessati all’attività dell’ufficio.
Il giorno successivo il viaggio riparte alla volta di Iloilo nell’isola di Panay dove è in corso sotto la gestione di ETIMOS un progetto, il 275/2014, di micro-impresa familiare attraverso diversi tipi di interventi (formazioni e attività generatrici di reddito) a favore di persone rimaste senza lavoro a causa del tifone Haiyan.
Il 10 gennaio l’itinerario fa tappa a l’Antique Medical Center a San José Antique. Si tratta di un ospedale diocesano tenuto da 5 suore di S. Paolo di Chartre e un prete incaricato dal Vescovo. L’AMC è stato realizzato quasi interamente grazie al contributo ricevuto con il progetto 534/2010, anche se si tratta di un’opera da completare nel quarto e quinto piano e per ciò che concerne l’acquisto di alcuni macchinari. Attualmente ospita 78 pazienti di cui 15 bambini nel reparto di pediatria. La sala parto ospita in media un parto al giorno e la sala operatoria 24 operazioni al mese. Nella zona esiste soltanto un ospedale governativo il cui interno è al limite dell’inagibilità e in cui è stato dismesso anche il servizio di dialisi.
L’11 gennaio si ritorna in Italia con la consapevolezza che il riscontro sul territorio è essenziale per la concreta aderenza dei progetti alle necessità locali e ai bisogni di quella parte di mondo che reclama la nostra attenzione.
F.L.