Dal 31 maggio al 10 giugno, Don Leonardo Di Mauro, il diacono Umberto Silenzi e Giuseppe Magri si sono recati in missione in Angola, a nome del Comitato per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo, per verificare lo stato di avanzamento dei progetti già finanziati. Ecco alcuni dei 20 progetti visitati nelle 4 Diocesi di Luanda, Benguela, Huambo e Cabinda.
BENGUELA
Sabato 1° giugno – Dopo il pranzo, consumato in modo furtivo in una semplice trattoria popolare, attraversiamo il più grande mercato di Benguela per recarci nel quartiere di Kandumbo, parrocchia di Santo Stefano, dove ci attende il parroco e vicario episcopale per la pastorale, p. Abel, attorniato da qualche centinaio di bambini e ragazzi in festa per la giornata internazionale del bambino nel piazzale coperto davanti alla chiesa. Con lui visitiamo il Centro Promaica (organizzazione di donne promossa dalla pastorale sociale a livello nazionale) che comprende una efficiente panetteria, un laboratorio di taglio e cucito, un mulino per la produzione di farina di mais e altri cereali e legumi, un negozio di fotocopiatura e plastificazione e una cucina per la produzione dei pasti per la scuola d’infanzia della parrocchia. Abbiamo modo di constatare anche le pessime condizioni igienico-sanitarie in cui vive la popolazione del quartiere, con fogne a cielo aperto e animali domestici che cercano in esse nutrimento. Sempre nei pressi della sede parrocchiale visitiamo il piccolo centro di salute “Regina del Mondo”, unica struttura sanitaria accessibile alla popolazione più povera di Kandumbo. Veniamo informati dallo stesso p. Abel che in passato le attività sociali della parrocchia sono state sostenute con il contributo della CEI, in particolare la scuola primaria.
P. Abel ci porta a visitare anche un terreno della parrocchia/diocesi, dove attualmente si trovano carcasse di auto e taxi, sul quale sarebbe intenzionato a costruire una scuola agraria e una scuola per operatori sanitari, due specializzazioni professionali che a suo dire sono molto necessarie per il paese. Terminata la visita al quartiere Kandumbo, all’imbrunire ci dirigiamo nuovamente a nord di Benguela - bairo Vimbalambe -, nella zona che fronteggia l’aeroporto posto lungo la costa, costituita da nuovi insediamenti abitativi e industriali dove la “Obra do Renovamento Missionario” ha realizzato il progetto 1056/2016 - “Equipaggiamento presidio medico ostetrico-ginecologico, ambulatorio e centro analisi” -.
Ci guida nella visita p. Erman, prete diocesano “distaccato” per seguire la comunità di suore dell’Opera che ha la sua sede poco lontano dal progetto. La costruzione della clinica è stata terminata da poco e i materiali e le attrezzature fornite con il progetto sono in fase di sistemazione in previsione dell’imminente inaugurazione della clinica che sembra orientata a rispondere a relativamente elevati criteri di qualità ed efficienza, difficilmente sostenibili con servizi rivolti alla popolazione più povera. Lo staff è composto da 8 medici, 36 infermieri, un radiologo-ecografista e due laboratoristi. La clinica è attiva 24h ed è dotata di ambulanza per il trasporto in ospedale dei casi più gravi. In prevalenza il personale sanitario è costituito da religiose appartenenti all’Opera. Dopo qualche tratto a vuoto di strada sterrata, nel buio totale rotto solo dai flebili fari della Toyota, riusciamo a recuperare la via per far ritorno a Benguela.
Domenica 2 giugno – Di buon mattino, ci dirigiamo nella zona a sud-est di Benguela. Dopo aver attraversato un primo affollato quartiere popolare, proseguiamo per Kapululu, una remota località con la presenza di abitazioni fatiscenti, sparse sul territorio arido senza alcuna vegetazione e sprovvisto di qualsiasi servizio come acqua (trasportata dalla città con autobotti e venduta a prezzo d’oro), scuole, strade, energia elettrica: sembra proprio un luogo abitato dagli ultimi tra gli ultimi. La chiesa della comunità del posto non si distingue molto dalle case che la circondano in quanto, di fatto, è un rozzo capannone di blocchetti di cemento con pavimento in terra polverosa. La partecipazione alla messa domenicale concelebrata da p. Abel, don Leonardo e il diac. Umberto, è molto numerosa e animata, con grande presenza di bambini e giovani attenti alla breve ma incisiva omelia di p. Abel, che alle sue parole preferisce lasciare spazio al canto della comunità. È così che p. Abel è riuscito a coinvolgere soprattutto le donne, organizzando incontri di catechesi che diventano azione sociale e caritativa per la comunità. Al termine della messa siamo invitati a colloquiare con i giovani presenti per rispondere ad alcune loro domande sul perché della nostra presenza tra di loro. Abbiamo perciò la possibilità di comunicare in modo semplice ma profondo con questi giovani per renderci più partecipi anche della loro realtà.
Facendo ritorno a Benguela p. Abel ci porta in una località denominata Kovava, su una piccola collina delimitata da picchetti perimetrali indicanti la proprietà della diocesi di Benguela: qui p. Abel ha previsto la costruzione di una scuola per ragazzi portatori di handicapp.
Lunedì 3 giugno – subito dopo la colazione ci trasferiamo nel quartiere di Kandumbu, bairo 71, per visitare la scuola secondaria nella parrocchia di Santo Stefano con 36 aule per 6.500 studenti, alla quale è associata la Scuola Magistrale le cui forniture sono state acquistate con il contributo della CEI tramite il progetto n. 1008/2017 - “Ultimazione dell’allestimento della scuola Magistrale della parrocchia s. Stefano”.
Ci accompagna nella visita p. Abel che, come ogni mattina, con il suo sgangherato camioncino alle 5 inizia il servizio di trasporto degli alunni più poveri che abitano nelle zone più remote. La scuola è molto apprezzata per la qualità dell’insegnamento e per la rigida disciplina che lo stesso p. Abel impone, a dispetto del suo carattere mansueto e benevolo. Prendiamo visione delle attrezzature oggetto del progetto CEI.
HUAMBO
Martedì 4 giugno – Giungiamo al Centro giovanile per ragazzi di strada, destinatario del contributo della CEI con il progetto 662/2014 – “Gioventù con speranza” – che prevede la fornitura di attrezzature varie per la realizzazione di un centro di formazione professionale con macchinari di falegnameria, un generatore una piccola tipografia, un’aula per il taglio e cucito, tavoli e altro mobilio per i luoghi di incontro e i dormitori dei ragazzi con 8 stanze da quattro letti a castello ciascuna. Ad attenderci per accompagnarci nella presentazione delle attività c’è mons. José de Queiróz Alves, vescovo emerito di Huambo e promotore dell’iniziativa (così come dell’Università cattolica che andremo a visitare successivamente). Per altro verso, il centro comprende una panetteria con forno a legna che impegna diversi lavoratori con un significativo giro commerciale potenzialmente redditizio.
Alle ore 15:00 raggiungiamo la sede dell’Università Cattolica di Huambo, dove ci attende ancora mons. Queiroz con un buon numero di studenti e il coro dell’università che intona un canto di benvenuto in latino.
La spianata su cui è stata costruita l’Università è il luogo in cui S. Giovanni Paolo II celebrò nel giugno del 1992 la S. messa nella sua visita in Angola e ancora si può notare la solida struttura del palco e della gradinata. La struttura dell’università è moderna e accurata nei particolari. La CEI ha concesso per questa università un significativo contributo relativo al progetto 1015/2016 - “Università cattolica di Huambo – Educare per un mondo nuovo”. Dopo un’accurata visita a tutto l’edificio, che comprende le facoltà di diritto, economia e lingua portoghese, costruito su due piani con 5 ampie aule per piano e 80 studenti per aula (complessivamente gli studenti son 1.780), il vescovo presiede la riunione alla presenza anche del direttore dell’Istituto Superiore Politecnico (formale denominazione dell’Università).
CABINDA
Giovedì 6 giugno – Dopo la celebrazione della messa nella cappella delle suore e la successiva colazione ci rechiamo a visitare la scuola delle suore mercedarie costruita nell’appezzamento terreno su cui insiste anche la loro casa. Si tratta del progetto 682/2017 - “Costruzione di un centro di insegnamento complementare femminile a Cabinda” - e suor Matilde, madre provinciale, ci mostra le fasi di ultimazione della struttura, molto ben curata con standard europei. In effetti è portoghese l’impresa costruttrice, di cui sono anche presenti i due responsabili esecutivi.
È stato ribadito alle suore che la struttura, pur essendo di grande valore sociale oltre che di ingente costo economico, dovrà beneficiare soprattutto le ragazze più povere della città.
Ci spostiamo, quindi, nella periferia orientale di Cabinda, nel quartiere di Chibodo, dove la Comunidade Obra de Maria ha realizzato un grande centro per bambini e giovani poveri del quartiere. Il progetto 73/2015 - “Centro di formazione e sviluppo delle capacità “Rainha do Mundo” - prevede la realizzazione di una serie di costruzioni per accogliere 400 bambini assistiti nel loro programma scolastico e 600 ragazzi per lo svolgimento di attività ricreative, sportive e culturali.
Il centro fornisce anche un buon numero di pasti per gli ospiti della struttura ed anche per altri bambini del quartiere.
Hanno atteso il nostro arrivo per letteralmente “dare inizio alle danze” di inaugurazione del centro. Un gruppo musicale e di danza tradizionale ci precede verso il padiglione dove il vicegovernatore farà il taglio del nastro con rispetto rigoroso della tradizione.
Dopo i discorsi di rito del vicegovernatore e di don Leonardo, ci si avvia ad una rapida visita di tutte le costruzioni del progetto. La qualità delle opere non è così raffinata come quella vista in precedenza dalle suore mercedarie, ma è efficiente sul piano tecnico sia nella parte edile che in quella impiantistica.
Abbiamo anche un po’ di tempo per toccare con mano il disastro ambientale che la presenza dei pozzi petroliferi sta irreparabilmente causando lungo la costa di Cabinda dove alle spiagge dalla sabbia dorata e ricca di residui marini naturali, si è sovrapposto un plumbeo e sterile manto catramoso sul quale, cocciutamente, alcuni giovani pescatori osano sfidare la cattiva sorte lavorando intere giornate sperando di trovare nelle reti gettate durante l’alta mare qualche pesce invendibile sul mercato cittadino.
Con volo da Cabinda delle ore 16:30 circa, facciamo ritorno a Luanda dove siamo nuovamente ospitati nella sede della CEAST.
LUANDA
Appena il tempo di cenare perché ad attenderci fuori dalla sala da pranzo c’è il dott. Eusebio, direttore nazionale della Caritas Angola al quale avevamo chiesto un appuntamento per ricevere spiegazioni sul progetto 679/2014 – “Prevenzione della trasmissione HIV madre-figlio e formazione di operatori socio-sanitari in Angola” – presentato alla CEI tramite l’Associazione italiana Aquiloni Onlus, che svolge due missioni all’anno per monitorare il progetto, ma affidato per la sua realizzazione alla Caritas attraverso anche la rete di organizzazioni ad essa associate ed esperte in specifiche attività formative ed educative in ambito sanitario.
Le attività riguardano:
- Sensibilizzazione delle donne con figli sieropositivi,
- Microcredito per piccole attività generatrici di reddito,
- Accompagnamento di donne sieropositive che si prendono cura dei bambini rimasti orfani.
Tali attività sono realizzate con associazioni locali come Promaica (Associazione delle donne cattoliche), Ass. donne sieropositive riconosciuta dallo Stato, Ass. Mano Solidaria. Inoltre la Caritas intrattiene rapporti di collaborazione in questo ambito con l’ospedale della Divina Provvidenza (Opera Don Calabria) di Luanda, per i trattamenti antiretrovirali, nonché con le autorità pubbliche competenti e l’apposito ufficio delle Nazioni Unite contro l’Aids. Vi sono poi collaborazione con l’ufficio della pastorale del bambino della CEAST per la lotta alla denutrizione. Il governo chiede alla chiesa di promuovere un movimento di volontari ben formati per fare a loro volta formazione sanitaria per la prevenzione dell’Aids.
Venerdì 7 giugno – subito dopo colazione, ci rechiamo alla scuola salesiana nel bairo di Lixeira, parrocchia s. José de Nazaré, che ospita 6.000 studenti di cui 3.500 in un unico edificio ed altri 2.500 in altre scuole salesiane più piccole presenti nel bairo.
Incontriamo il volontario coordinatore della Ong VIS, Sergio Pitocco, che ci fa da guida nel visitare il centro di accoglienza di ragazzi di strada dagli 8 ai 14 anni di età, che ne ospita una quarantina. Il centro è destinatario del contributo relativo al progetto n. 994/2014 – “La nuova strada per la vita! Reinserimento sociale e avvio di percorsi per la vita autonoma di giovani a rischio”. Visitiamo la costruzione finanziata dal progetto che contiene una ventina di letti a castello in un’unica camerata e altri spazi di uguali dimensioni riservati ai servizi igienici. Prendiamo atto del “precoce invecchiamento” in cui si trova la struttura, nonostante la costruzione sia relativamente recente.
Nel pomeriggio riprendiamo il giro delle visite e ci spostiamo in una zona periferica della città, per prendere visione del progetto n. 598/2017 – “Programma formativo per lo sviluppo di competenze gestionali ed economiche degli amministratori e dei quadri intermedi laici di organizzazioni operanti in ambito missionario nella realtà angolana” – promosso dalla Unione Medico Missionaria Italiana (UMMI) nel bairo Kilamba Kiaxa, Golf. Incontriamo presso l’ospedale della Divina Provvidenza il direttore delle Opere don Calabria, fr. Miranda, il direttore amministrativo dell’ospedale, Daniele e gli operatori volontari di UMMI che con l’ausilio di alcune slides ci illustrano le attività svolte dal progetto. È un progetto centrato sulla formazione amministrativo-contabile dei gestori di strutture sanitarie sia della chiesa che governative o di altre organizzazioni.
Visitiamo anche l’ospedale, molto frequentato da persone con scarse risorse economiche e prendiamo visione delle attività sociali associate alla semplice fornitura di servizi clinici, con l’apporto anche di giovani volontari dall’Italia.
Facciamo ritorno alla CEAST per attendere la cena e subito dopo incontrare la rappresentante delle suore Missionarie del sacro Cuore di Gesù Ad Gentes, che nella diocesi di Malanje sono state destinatarie del contributo relativo al progetto n. 51/2014 – “Costruzione di 6 aule, sala insegnanti e area ricreativa per la scuola primaria Dom Qixote”.
Sabato 8 giugno – dopo la colazione, partenza per il quartiere periferico di Benfica, parrocchia N.S. di Lourdes, zona denominata “Patriota”, per visitare il progetto n. 246/2017 – “Salone culturale per la parrocchia di N. S. di Lourdes” -. Festosa accoglienza da parte delle donne e dei giovani del quartiere. Il Centro è nuovo e costruito con criteri di solidità e cura estetica ed è evidente la grande utilità sociale di questa opera in un quartiere di 60.000 abitanti dove non è raro l’annidarsi di sacche pericolose di criminalità.
Ci spostiamo sempre nello stesso distretto periurbano per raggiungere il luogo in cui è stato realizzato dalla Comunità Opera di Maria il progetto n. 74/2017 – “Centro di formazione per i giovani “Mama Maxima”” -. I numerosi bambini e ragazzi del luogo ci attendono per mostrarci alcune rappresentazioni teatrali molto significative, insieme a canti e danze tradizionali.
Visitiamo la struttura e possiamo constatare la validità sociale e la qualità tecnica di quanto realizzato. Diamo anche un rapido sguardo al terreno su cui verrà realizzato il progetto 875/2018 – “Costruzione e allestimento del centro scolastico Padre Pio” – che si trova a ridosso dell’insediamento urbano esclusivo, denominato Patriota. Il progetto è di recente approvazione del Comitato e quindi non sono ancora stati effettuali lavori edilizi, ma solo la sistemazione del terreno.
Pranziamo presso la Comunità dell’Obra de Maria che si avvale di un buon numero di volontari, singoli e famiglie dal Brasile per realizzare le proprie iniziative sociali.