Un paradiso per i molti turisti che ogni anno la visitano, ma molto spesso un inferno per gli abitanti che la abitano. Si tratta di Nosy Be, un’isola vulcanica situata a circa 8 km dalla costa del Madagascar, nel canale di Mozambico. Qui le bellezze naturali sono spesso lo scenario per il lavoro minorile e lo sfruttamento sessuale, piaghe che hanno conosciuto un allarmante crescita negli ultimi anni. In questo contesto si svolge il paziente e ostinato lavoro delle Suore di San Giovanni Battista (Battistine), presenti sul territorio con la Scuola Alberto Cremona che ha recentemente ricevuto un contributo dal Servizio per gli Interventi Caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo a sostegno del progetto “Futuro sereno per bambini e ragazze a rischio”. Parliamo dell’iniziativa con Suor Claudine Rasoanjanahary, responsabile del progetto.
Sr. Claudine da quanto tempo sono presenti le suore Battistine a Nosy Be e come si svolge la loro opera?
Le Suore di San Giovanni Battista sono presenti a Nosy Be dal 06 Giugno 1998, cioè da quando è stata aperta la loro prima casa in Madagascar. Attualmente questa comunità opera nella Scuola “Alberto Cremona”, si occupa della pastorale nel villaggio di Ambatozavavavy e nelle due parrocchie di Nosy Be, aiuta i bambini poveri e visita gli anziani del quartiere per consolarli e per portare la comunione. La scuola "Alberto Cremona", Scuola Primaria e dell’Infanzia, accoglie 600 bambini. Lo scopo di questa opera è: accogliere, educare, evangelizzare e formare i piccoli e i giovani ad inserirsi adeguatamente nella società, veicolando loro valori umani e spirituali che possano aiutarli a formarsi come persone salvaguardandoli dal contesto di vita.
Qual è la situazione economica della popolazione locale sull’isola?
A livello economico Nosy Be è uno dei poli turistici principali del Madagascar. Turismo che diventa spesso, purtroppo, di tipo sessuale. Altra risorsa importante è l’agricoltura: vi si coltivano, fra l’altro, caffè, cacao, cannella e ylang-ylang. Fino a pochi anni fa, si coltivava anche canna da zucchero, ma la fabbrica ha chiuso e le piantagioni sono scomparse. Con la cessazione della produzione molto persone sono rimaste senza lavoro.
Il progetto “Futuro sereno per bambini e ragazze a rischio” intende principalmente proteggere le giovani dalla piaga dello sfruttamento sessuale e della prostituzione, con quali iniziative?
L’idea è quella di costruire un Centro connesso con la scuola in grado di ospitare stabilmente 30 ragazze. L’ambiente, protetto, sottrae le ragazze dalla strada e dalla pericolosità della violenza, della prostituzione e dello sfruttamento che generalmente le colpisce quando sono ancora bambine. Nella casa di accoglienza potranno trovare assistenza, cura della loro salute, protezione dalla diffusione di malattie trasmissibili. Ma soprattutto, potranno essere assistite nella loro crescita umana e spirituale, stimolate a continuare gli studi frequentando la Scuola Media e il Liceo. A completamento della loro formazione professionale saranno opportunamente seguite e avranno gli strumenti necessari per affrontare le scelte di vita che permetteranno loro di emanciparsi dalla dipendenza economica della prostituzione. Inoltre, le ragazze risiederanno presso la nostra struttura, evitando così di frequentare i luoghi turistici ove si concentra la richiesta di turismo sessuale nell’isola. Il centro è pensato per essere autosufficiente da un punto di vista alloggiativo ed economico. Infatti è previsto anche un allevamento di maiali per le necessità alimentari della struttura.
Avete altri progetti in cantiere per il futuro?
Le necessità della popolazione del Madagascar sono sempre tante e sicuramente ricorreremo alla generosità della CEI appena sorgeranno altre iniziative che noi suore siamo chiamate a promuovere, visto che il nostro carisma è aperto a dare risposta là dove vi sono carenze umane, materiali e spirituali. Per il momento abbiamo due progetti che abbiamo già presentato alla CEI: quello per la diocesi di Mahajanga “Anche i figli dei pescatori hanno il diritto di vivere con dignità” e quello per la “Formazione dei bambini della casa del Fanciullo e della Scuola di San Giovanni Battista” ad Ambatolahy Fianarantsoa.